Di esperienze nelle nostre ronde alla stazione Porta Garibaldi di Milano, se ne fanno tante e diverse le une dalle altre. Certamente i senzatetto e i disadattati accettano il nostro aiuto materiale e molti ci accolgono quando gli offriamo la possibilità della vita eterna, attraverso la Croce di Gesù. Dobbiamo riconoscere però che il nemico delle nostre anime non è così contento! Sfodera le sue armi per proteggere il suo patrimonio umano. Usa ogni mezzo pur di non lasciare libera un’anima. Un esempio degno di nota è quello di un giovane Siciliano: aveva accolto favorevolmente il messaggio di salvezza, ci ascoltava sempre condividendo anche con altri, che Gesù può salvare. Un sabato però ebbe un cambio di rotta, cominciò a inondarci con una valanga di parole. Fu così logorroico che non riuscimmo più a ribattere. Alla fine del suo monologo però confessò che il suo modo di fare era un arma di difesa: parlare per non ascoltare! Dopo l’annuncio della parola aveva capito che doveva cambiare vita, ma il problema era che non era pronto a farlo. Non lo abbiamo più rivisto; a noi resta però l’arma più potente, quella della preghiera.

Esorto dunque, prima di ogni altra cosa, che si facciano suppliche, preghiere, intercessioni, ringraziamenti per tutti gli uomini” (1 lettera a Timoteo 2:1)